sabato 27 gennaio 2018

Angelo nero

O grande angelo nero fuligginoso riparami sotto le tue ali, che io possa sorradere i pettini dei pruni, le luminarie dei forni e inginocchiarmi sui tizzi spenti se mai vi resti qualche frangia delle tue penne o piccolo angelo buio, non celestiale né umano, angelo che traspari trascolorante difforme e multiforme, eguale e ineguale nel rapido lampeggio della tua incomprensibile fabulazione o angelo nero disvélati ma non uccidermi col tuo fulgore, non dissipare la nebbia che ti aureola, stàmpati nel mio pensiero perché non c’è occhio che resista ai fari, angelo di carbone che ti ripari dentro lo scialle della caldarrostaia grande angelo d’ebano angelo fosco o bianco, stanco di errare se ti prendessi un’ala e la sentissi scricchiolare non potrei riconoscerti come faccio nel sonno, nella veglia, nel mattino perché tra il vero e il falso non una cruna può trattenere il bipede o il cammello, e il bruciaticcio, il grumo che resta sui polpastrelli è meno dello spolvero dell’ultima tua piuma, grande angelo di cenere e di fumo, miniangelo spazzacamino.

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