"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
giovedì 29 dicembre 2016
C’era questa vita che avevamo deciso di vivere, ricordi? Aveva uno strano scemo finale felice in cui tutto si svolgeva serenamente e noi appianavamo i conflitti e ci scoprivamo in possesso di qualche strano taumaturgico potere in grado di annullare le differenze e le distanze, di infrangere i confini fra me e te, dove tu eri me ed io ero te, dove anche al riflesso avrei potuto accarezzarti accarezzandomi, e guardandomi, guardarti.
Era una di quelle strane sceme storie piene di ritmi intensi, di rocambolesche fughe dalla realtà e dai problemi, dove il bianco era chiaramente bianco ed il nero assolutamente nero, e noi sapevamo - anzi: ne eravamo certi! - che le nostre scelte fossero le uniche scelte corrette, e al diavolo chi non l’avrebbe capito.
In questa storia però avevamo compiuto l’errore di dipingerci addosso abiti da protagonisti, non li avevamo fatti extra-large, non abbiamo avuto la saggezza di alcuni genitori quando comprano ai bambini maglioni grandi per farli crescere dentro.
Il nostro amore era della misura esatta della nostra adolescenza, e cresciuti noi, s’è rivelato essere troppo stretto lui, e non starci più bene come una volta.
Ma era una gran bella storia, ricordi?
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