giovedì 29 dicembre 2016

C’era questa vita che avevamo deciso di vivere, ricordi? Aveva uno strano scemo finale felice in cui tutto si svolgeva serenamente e noi appianavamo i conflitti e ci scoprivamo in possesso di qualche strano taumaturgico potere in grado di annullare le differenze e le distanze, di infrangere i confini fra me e te, dove tu eri me ed io ero te, dove anche al riflesso avrei potuto accarezzarti accarezzandomi, e guardandomi, guardarti. Era una di quelle strane sceme storie piene di ritmi intensi, di rocambolesche fughe dalla realtà e dai problemi, dove il bianco era chiaramente bianco ed il nero assolutamente nero, e noi sapevamo - anzi: ne eravamo certi! - che le nostre scelte fossero le uniche scelte corrette, e al diavolo chi non l’avrebbe capito. In questa storia però avevamo compiuto l’errore di dipingerci addosso abiti da protagonisti, non li avevamo fatti extra-large, non abbiamo avuto la saggezza di alcuni genitori quando comprano ai bambini maglioni grandi per farli crescere dentro. Il nostro amore era della misura esatta della nostra adolescenza, e cresciuti noi, s’è rivelato essere troppo stretto lui, e non starci più bene come una volta. Ma era una gran bella storia, ricordi?

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