venerdì 15 novembre 2013

L'amore della menzogna

Quando, o cara e indolente, ti vedo procedere, al canto degli strumenti che si frange al soffitto, sospeso il passo armonioso e lento e girata tutt'intorno la noia dello sguardo, profondo; quando, ai fuochi del gas che la colora, contemplo la tua pallida fronte, che abbellisce un morboso fascino, e le faci della sera incendiano d'aurora i tuoi occhi stregati come in un ritratto, mi dico: Com'è bella e come bizzarramente fresca! La grave memoria, pesante e regale torre, l'incorona, e il suo cuore, come una pesca ammaccata è maturo, similmente al suo corpo, per un amore raffinato. Sei forse il frutto d'autunno dai sapori regali, la funebre urna in attesa di lagrime, il profumo che fa sognare oasi lontane, il cuscino carezzevole, il canestro di fiori? Io so che vi sono occhi pieni di malinconia che non celano alcun segreto prezioso: bei cofani senza gioielli, medaglioni senza reliquie, più vuoti e più profondi di voi medesimi, o cieli! Ma non basta, per rallegrare un cuore che fugge la verità, che tu sia l'apparenza? Che importano la tua stupidità, la tua indifferenza? Maschera o ornamento, ti saluto: io adoro la tua bellezza.

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