"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
martedì 27 agosto 2013
Non si scrive per gli schiavi
Sostenere che la letteratura è un esercizio di libertà equivale ad affermare che l'opera letteraria chiama il lettore a partecipare alla costruzione del significato e a inserirlo nella sua vita.
Il libro deve cioè aiutare chi legge a esercitare la propria capacità immaginativa.
Deve essere come una mano tesa, un'offerta, un'opportunità.
Lo scrittore, pensandosi altro, ideando l'esistenza dell'altro e di altre vite possibili, offre a chi legge l'occasione di domandarsi seriamente se vuole restare lo stesso o diventare altro. Questa è la grandezza di Don Chisciotte : ci affascina perchè ha scelto, con molta umanità, un'altra via di quella tristemente realistica delle persone che lo circondano. Ci fa semplicemente sognare altri modi di vivere e di pensare. Ecco perchè Pinochet aveva proibito Don Chisciotte . Senza di lui , ma anche senza altri eroi ed eroine immaginarie, la libertà degli esseri umani sarebbe ancora più calpestata e repressa di quanto già non sia.
La fantasia è pericolosa per il potere, perchè è imprevedibile e perchè contiene in germe la libertà di concepire diversamente se stessi e la propria esistenza. Ma anche perchè ha la capacità di dire il vero, alla pari del giornalismo e della scienza. E' quindi doppiamente pericolosa per i nemici della libertà.
Rivendico quindi una letteratura assolutamente di fantasia, ma che possa anche a valle, dire la verità. E' esattamente in questa tensione ideale dell'essere umano tra fantasia e senso della realtà che deve iscriversi la letteratura. Perchè se vuole essere un esercizio di libertà, non può ignorare la realtà com'è. Altrimenti diventa totalmente utopica, costruzione di castelli in aria, luoghi di fuga in cui alla lunga si finirebbe a perdersi.
In effetti, se deve aiutarci a vivere indicandoci altre scelte di vita, di pensiero e di sentimento, può farlo solo radicando l'immaginario nel reale. Altrimenti il possibile diventerebbe presto impossibile, il sogno una chimera, la libertà follia. Quel che la letteratura deve raccontare sono sogni realistici, sogni che, con sforzo e tenacia, si possono realizzare.
Deve essere al tempo stesso romantica e realista. Come diceva bene Balzac, " lo scrittore deve avere i piedi per terra e la testa in cielo".
Ecco perchè penso spesso a una letteratura che somigli alla mia visione del mare, come luogo dov'è possibile sperimentare altre vite, altri pensieri, altre identità, altre passioni, insomma dov'è possibile mettersi interamente in gioco. Perchè sia così, la letteratura deve essere un viaggio da cui non si ritorna gli stessi di quando si è partiti.
Il lettore che va a comprare il biglietto allo sportello della letteratura, deve osare prendere la sola andata. Lo scrittore, da parte sua, deve rifiutarsi di vendere biglietti di andata e ritorno o viaggi organizzati. Se la letteratura va in crociera non è per fare il giro del mondo e per mostrare al ritorno le diapositive. E' il contrario che girare in tondo. E' fare cabotaggio e non trasporto- merci di linea.
Niente porti d'immatricolazione per la letteratura . Le acque territoriali sono acque torbide. La sua missione non è quella di contribuire a costruire le nazioni, ma a disfarle, il che non significa navigare con bandiera di comodo , ma neanche con quella da diporto.
Deve navigare senza nessuna bandiera.
La letteratura deve essere immaginazione per rimettere in questione la lingua quanto la realtà.
E' la fantasia che rende gli uomini umani e fa della letteratura un esercizio di umanità. Troppa fantasia, però, ti rende folle, come Don Chisciotte o Emma Bovary. Troppo poca ti rende inumano.
La letteratura, come il vero viaggio d'avventura, deve essere un incontro con l'altro da cui non si esce indenni. sia il lettore che lo scrittore devono mettersi nei panni altrui e rischiare di diventare altro, esattamente ciò che rifiutano di fare i fanatici e gli integralisti di tutte le specie.
Non può essere una fuga: fuggire significa comunque approdare da qualche parte, dove bisogna anche cercare di vivere. L'identità della letteratura non è basata nè sul diritto di sangue nè su quello della terra, ma su quello del cuore.
E ancora deve essere ribelle piuttosto che servile, sradicata piuttosto che integrata, insubordinata piuttosto che obbediente, blasfema piuttosto che encomiastica, nomade piuttosto che sedentaria, eccezionale piuttosto che tristemente normale, scoperta piuttosto che conferma, universale piuttosto che tribale, meticcia piuttosto che monocroma, anticonformista piuttosto che convenzionale, sacrilega piuttosto che sacralizzante. L'idea stessa di moda, di stagione, di collezione e di ultimo grido è contraria alla letteratura. Coi tempi che corrono, è bene ricordarsi che la buona letteratura offre solo insicurezza, ma un'insicurezza salutare. Non esistono grandi opere letterarie dedicate alla difesa della pena di morte o della tirannia nè, d'altronde, alle forze dell'ordine.
La letteratura deve fare appello alla libertà del lettore, anche quando racconta i peggiori orrori commessi dall'uomo. Ciò significa che non può essere arrogante, sprezzante o meschina. Anzi, deve essere una dichiarazione d'amore e non un annuncio sul giornale per rimediare alla propria piccola solitudine personale. Autobiografismo e narcisismo sono banditi. La letteratura è generosa o non esiste.
Certo, è pretendere molto. Ma è solo a questo prezzo che mantiene un senso, per chi legge come per chi scrive.
Come essere umani ? Come restare umani? Come evitare di diventare inumani? Ecco le sole vere domande della letteratura. Ma prima di arrivare a questo, bisogna saper raccontare una storia bella e densa, in una lingua affilata e scintillante, senza la quale la letteratura nemmeno esiste.
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