«Noi
si è i pettirossi, Saverio.»
Iniziava
sempre così bisbigliandomi dalla sua altitudine questa constatazione che a me
suonava insieme misteriosa ed esaltante, non avendo mai visto un pettirosso e
immaginandomelo come un uccello meraviglioso.
«Noi libertari si è pettirossi, coraggiosi come quell'uccellino di tanto tempo fa che volle andare dal falchetto. Vuoi che te la conto ancora?»
Non aspettava mai che io gli dicessi di sì.
«Allora, c'era questo pettirosso, piccolo che lo tenevi nel pugno della mano, ma con le sue idee che nessuno riusciva a togliergliele dal capo. Voleva volare in qua e in là a vedere il mondo, becchettare dove c'era da sfamarsi, e non gli piaceva per nulla che gli avessero assegnato il suo posticino e morta lì. Così che un giorno prese il coraggio a quattro mani e si presentò dal signor falchetto, il re degli uccelli del bosco. “Vorrei il permesso, signoria, di andare un po' dove mi pare, tanto non darei fastidio a nessuno, piccolino come sono”. Così gli disse, e intanto gli tremavano tutte le penne. Il falchetto s'adombrò immediatamente e fece la voce grossa: “Questa è una faccenda che non mi piace per nulla. Tu devi mettere la testa a posto e non star a disturbare con le tue pretese. Fila via o chiamo le gazze” E nel dirgli questo, senza neppure farci caso, gli diede una zampata che gli artigliò a sangue un'ala. L'aveva pagata cara quell'uccelletto la sua smania di libertà. Ma testardo com'era, in due o tre giorni era di nuovo in aria a volare. Certo, alla bell'e meglio, che arrancava dietro alla sua aluccia offesa tutto di sghimbescio. Sembrava diventato un pagliaccio tanto era buffo come si era ingegnato di volare con un'ala sola. E tutti gli uccelli giù a ridere. E ridevano a crepapelle anche il signor falchetto e le sue gazze. Così che dal gran ridere nessuno si accorgeva che a ogni giorno che passava il pettirosso volava sempre un po' più in alto e un po' più in là del posto che gli avevano assegnato. E il giorno che il falchetto se n'è accorto il pettirosso oramai volava così in su che dall'alto prese a bombardare sul capo il re degli uccelli a colpi di cacatine.»
Credo che sia tutta qui la documentazione che mi rimane dell'educazione politica e morale che mio padre mi ha impartito. C'eravamo noi, pettirossi libertari, e c'era l'anarchia. Zia Anarchia era lontana, ma i suoi benefici influssi mi avrebbero fatto migliore, più coraggioso e più bello, diverso dalla massa dei servi che non osavano alzare la testa.
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