giovedì 30 maggio 2013

Parata

Rimbaud a New York, di David Wojnarowicz 


Bricconi ben piantati. Parecchi hanno sfruttato i vostri mondi. Senza bisogni, e poco ansiosi di mettere in opera le loro brillanti facoltà e la loro esperienza delle vostre coscienze. Che uomini maturi! Occhi ebeti come la notte d'estate, rossi e neri, tricolori, d'acciaio picchiettato di stelle d'oro; facce deformi, plumbee, livide, incendiate; raucedini folleggianti! L'andatura crudele degli orpelli! - C'è qualche giovane, - come guarderebbe Cherubino? - dotato di voce spaventosa e di pericolose risorse. Li mandano a farsi le ossa in città, agghindati con un lusso disgustoso. 

Oh il più violento Paradiso della smorfia rabbiosa! Nessun confronto con i vostri Fachiri e le altre buffonerie sceniche. In costumi improvvisati col gusto di un brutto sogno recitano lamenti, tragedie di malandrini e semidei spiritosi come la storia o le religioni non sono state mai. Cinesi, Ottentotti, zingari, tonti, iene, Moloc, vecchie demenze, sinistri demoni, mischiano i modi popolareschi, materni, alle pose e alle tenerezze bestiali. Potrebbero interpretare nuove commedie e canzoni da "brave ragazze". Esperti giocolieri, trasformano il luogo e le persone e si servono della commedia magnetica. Gli occhi fiammeggiano, il sangue canta, le ossa si dilatano, grondano lacrime e rossi rivoletti. Il loro scherno o il loro terrore dura un minuto, o mesi interi. 

Io solo ho la chiave di questa parata selvaggia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono capitata per caso nel vostro blog. Ogni frase mi fa pensare (io non sono un'anticonformista, mi dispiace per voi, ma il vostro blog fa pensare anche i pecoroni, spero non vi sentiate offesi).
Grazie per la vostra intelligenza. Ciao