Io non credo più all'importanza di partecipare ad inutili riunioni per sentirsi parte di un qualcosa.
Spero di non essere il solo.
Le decisioni vengono sempre dall'alto, calate in tunnel senza fondo da chi partorisce mostri di mediazione, compromessi, arrangiamenti utilitaristici che deprimono piuttosto che vitalizzare.
Abbiamo dimenticato quanto è importante annusare la chimica di ciò che percepiamo nell'aria.
Chi ama la terra respira le piante ed è in grado di capire con rapidità assoluta quando c'è bisogna di acqua.
La militanza ha stancato .
Se guardi il vertice ti ripetono sempre le stesse cose: culto, culto ed ancora culto.
Adorazione, atti di fedeltà, condivisione di programmi hanno fatto dimenticare l'unico aspetto veramente fondamentale: coerenza di stile.
Si pensa troppo in questi meccanismi democratici, siamo così sicuri che la nostra esistenza sia basata su principi realmente democratici ?
Chi protesta, chi dissente su qualsiasi tematica che riguarda la propria vita o quella dei suoi simili riceve come reazione una, come dire, caccia alle streghe, va bene ?
Nel Seicento i roghi, oggi il silenzio.
Il nuovo nasconde in sè sempre l'impronta del vecchio.
Dicono che per migliorare lo status quo bisogna costruire i partiti, andare in Parlamento, prendere il potere, la solita nenia, raccontata dalla Rivoluzione Francese in poi.
Credo che per trasformare le nostre vite siano sufficienti delle semplici cose.
Smettere di sacrificare tutto il bello che abbiamo intorno per la squallida produzione di merci.
Considerare più attentamente la qualità della nostra vita.
Valutare le nostre azioni in termini di esperienze e non di risultati.
Spostare i termini dal macro, al quale ci hanno addestrato, al micro.
Prepararsi, studiare, conoscere nei minimi dettagli il raggio d'azione di ciascuno.

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