mercoledì 31 ottobre 2012

Spleen

Edvard Munch, Melancholy, 1891 


Quando il ciel basso e grave pesa come un coperchio

sull'anima che geme, da lunghi tedi oppressa,

e colma l'orizzonte, abbracciandone il cerchio,

d'un lume bigio, triste più della notte stessa;

quando si fa la terra un chiuso umido speco

dove va la Speranza, sbattendo negli assiti

con l'ali sue ritrose di pipistrello cieco,

o picchiando la testa contro i tetti marciti;

quando la pioggia stende i suoi sbiechi ricami,

imitando le grate d'un'immensa bastiglia,

e una torma silente di tarantole infami

in fondo ai nostri cerebri mille reti aggroviglia;

d'un tratto furibonde campane si scatenano,

e contro il cielo levano un cupo urlo di morte,

come anime al bando, raminghe anime in pena,

che senza requie gemano dietro le nostre porte.

E lunghi lenti feretri m'attraversano l'anima

senza un rullo, una musica; singhiozza prigioniera

la Speranza; l'Angoscia sul mio riverso cranio

pianta, esosa e feroce, la sua nera bandiera.

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