C’è qualcosa di peggio che avere un pensiero cattivo. È avere
un pensiero bell’e fatto. C’è qualcosa di peggio che avere un’anima cattiva e
anche di farsi un’anima cattiva. È avere un’anima bell’e fatta. C’è qualcosa di
peggio che avere un’anima anche perversa. È avere un’anima abituata. Si sono
visti i giochi incredibili della grazia e le grazie incredibili della grazia
penetrare un’anima cattiva e anche un’anima perversa, e si è visto salvare quel
che sembrava perso. Ma non si è mai visto bagnare quel che era verniciato, non
si è visto attraversare quel che era impermeabile, non si è visto intridere
quello che era abituato. Le cure e i successi e i salvataggi della grazia sono
meravigliosi, e si è visto vincere e si è visto salvare quel che era (come)
perduto. Ma le peggiori miserie, le peggiori grettezze, le turpitudini e i
crimini, anche il peccato, spesso, sono falle dell’armatura dell’uomo, falle
della corazza, da dove la grazia può penetrare nella corazza della durezza
dell’uomo. Ma sulla corazza inorganica dell’abitudine tutto scivola, ogni spada
ha la punta smussata.
"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
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