– Ci si domanda: Ma allora voi anarchici quando è che dominerete? – Noi non domineremo mai. Noi, fino al giorno prossimo o lontano (e tanto più lontano quanto più voi resterete lontani dalle nostre Idee) in cui vi sarà una società fondata su l'accordo libero e volontario, nella quale nessuno potrà imporre ad altri la sua volontà, perchè ad associarsi saranno le libertà, a fine d'accrescersi e svilupparsi, non di sacrificarsi e ridursi; noi fino a quel giorno saremo sempre al posto che compete a chi non vuole essere oppresso e non vuole opprimere; e vuole spingere in avanti tutti gli oppressi. Resteremo fuori e contro tutti i governi, ad indicare agli uomini le tante vie, fuori e contro il potere, per affrancarsi e prendersi da sè il proprio bene, la propria felicità.
– Ci dicono ancora: Ma voi sarete sempre degli sconfitti. – No. Solamente noi non ci illudiamo di vincere, passando al posto dei dominatori sconfitti. Anche se l'Anarchia non verrà oggi, domani, o fra secoli, l'essenziale per noi è di camminare verso l'Anarchia, oggi, domani, sempre. Ogni sconquasso, ogni picconata alle istituzioni della proprietà privata e del governo; ogni menzogna smascherata; ogni attività umana sottratta al controllo dell'autorità; ogni sforzo tendente ad elevare la coscienza popolare, ad aumentare lo spirito di iniziativa e di solidarietà, è un passo verso l'Anarchia. Il necessario è di saper scegliere la via, che realmente ci avvicina alla realizzazione del nostro Ideale, e di non confondere il vero progresso con le riforme legali, ipocrite, che sotto pretesto di miglioramenti immediati, tendono a distrarre il popolo dalla lotta contro l'autorità, tendono a paralizzare la sua azione, ed a fargli sperare che qualcosa può essere ottenuta dalla bontà dei padroni e dei governi.
Il necessario è di avere in noi la credenza attiva nella realizzazione del nostro Ideale: è di saper tenere accesa, nel nostro cuore, quella virtù magnetica che non volle disertare dal fondo del vaso di Pandora; che rinunciò ad allargare le ali e librarsi alla conquista dei cieli, pur di restare, fedele amante, accanto a coloro che soffrono; pronta a tutti gli olocausti per l'avvento degli umani Ideali. Questa virtù si chiama Speranza; la speranza fida e paziente, che genera l'entusiasmo. «V'è senza dubbio, scriveva Guyau, tra il presente e l'avvenire un punto di congiunzione, che l'intelligenza pura può difficilmente sorprendere; esso è dovunque ed in nessun luogo, per dir meglio non è un punto inerte; ma è un punto di movimento, una direzione, e conseguentemente una volontà che insegue il suo fine. L'avvenire appartiene agli entusiasti, che confondono, di deliberato proposito, il non ancora col di già, trattando l'avvenire come se fosse presente: appartiene agli spiriti sintetici, che in un amplesso immenso abbracciano ideale e reale; appartiene agli uomini di volontà, che sanno malmenare la realtà, romperne la rigidezza dei contorni, suscitarne quell'ignoto, che uno spirito freddo ed esitante potrebbe, con eguale verosomiglianza, chiamare il possibile o l'impossibile».
– Ci domandano ancora: In che modo ricostruirete la società che voi sognate?
– Io non credo che le forme positive di ricostruzione sociale possano prestabilirsi, fin da ora, in modo formale. Noi, pur gelosi della coerenza anarchica, non abbiamo un dogma programmatico. Anarchia, nelle realizzazioni future, significa libertà di cercare sempre le vie migliori; Anarchia, in questo senso ricostruttivo, è anti-programma perchè il programma rappresenta sempre il passato ostile e anacronistico.
Scomparso il diritto della forza, scomparso il governo, con tutte le nocive istituzioni che esso protegge; stabilito che alla base della futura società vi sia libero accordo; associazione libera di forze; libertà di scissione dall'associazione; autonomia in tutti i rapporti collettivi; materia prima e strumenti di lavoro a disposizione di tutti (senza questo diritto la libertà non sarebbe che una menzogna): stabilito tutto questo, dipenderà dalla civiltà, e dalle nuove necessità degli uomini del domani, di cercare e attuare in piena libertà, volta per volta, e luogo per luogo, le varie forme concomitanti e collaterali di convivenza sociale. Perchè invenzioni, scoperte, trasformazioni industriali e meccaniche, potrebbero rivoluzionare in pochi anni il mondo da renderlo addirittura irriconoscibile. Basta, per farsi un'idea di quello che potrà essere il mondo futuro, trasportarsi, per un momento solo, ad un secolo e mezzo fa, allorchè appena albeggiava l'idea dell'applicazione della forza del vapore alla macchina; e quando le scoperte elettriche e le singole applicazioni, e la radio, e l'aviazione, appartenevano al regno dei sogni, o addirittura a quello delle inafferrabili chimere!
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