L’ora di
scegliere i tuoi
pastori è suonata di
nuovo. Essa riecheggia
gravemente alla campana di tutte le politiche,
affinché tu non lo scordi:
tutti
alle urne, nessuna astensione. Ecco il ritornello
finale delle
diverse suonerie. Non votare è un
peccato, dice il
cattolico. Non votare è da cattivi cittadini,
dice il repubblicano. Non
votare è tradire i
propri fratelli,
dice il socialista. Cos’è
dunque votare? È scegliere da sé il padrone
che vi
prenderà a frustate, che vi deruberà. L’operaio
forgia le catene che lo legano,
costruisce le prigioni che lo
rinchiudono, fabbrica i fucili che lo
uccidono. Impasta la brioche che
non mangerà, tesse i vestiti che
non
indosserà. Ma questo non gli sembra sufficiente.
Vuole sembrare il padrone, il POPOLO
SOVRANO, e sceglie lui stesso coloro che gli toseranno
la lana sul dorso. È il bestiame, il gregge
che nomina i suoi pastori. Crede
che sia impossibile non
essere guidati, tanto vale allora prendersi lo
sfizio di
scegliere i
pastori che colpiranno la
sua schiena e i cani che morderanno i suoi
talloni. UOMO CHE VUOI VOTARE,
RIFLETTI. Rifletti bene. I ricchi sono
potenti
solo grazie ai loro pastori e ai loro
cani.
Ma la forza dei pastori e dei cani deriva solo
dalla tua accettazione, dalla tua
obbedienza, dal tuo voto. Non
mettere più la scheda nell’urna. Restatene a
casa o vai
a zonzo. Fregatene del voto. La tua forza non è in un
pezzo di carta. È nel tuo
cervello, nel tuo braccio, nella tua volontà, quando
saprai
impiegarli a fare gli
affari tuoi e non quelli degli altri.
"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
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