venerdì 7 settembre 2012

La vita umana non è che un trastullo della pazzia

D'altra parte quale città ha mai voluto  applicare  le leggi di Platone  o Aristotele  e le massime di Socrate?
E così qual impulso  persuase i Deci  a offrirsi  spontaneamente in olocausto  agli  dèi  Mani ?
Qual istinto ha trascinato Curzio  nell'abisso se non la gloria, ch'è vana ?
Ella è una sirena dolcissima davvero, ma con quanto accanimento  la condannano questi sapienti!
Dicono essi: non v'è pazzo più grande  del candidato  alle elezioni, il quale umilmente  si presta  ad adulare il popolo, ne compra il favore con donativi, va in caccia degli applausi  d'una massa di pazzi, è tutto contento quando lo acclamano, si lascia portare intorno in trionfo perchè il popolo lo ammiri, come  si fa per le immagini dei santi, e infine  ammette di star ritto  nella pubblica piazza  effigiato nel bronzo.
Con tali buaggini fanno il palo le adozioni di nomi e soprannomi, gli onori divini  offerti  ad uomini  da nulla, e le pubbliche cerimonie  con cui tiranni scelleratissimi  vengono elevati al rango di divinità.
Queste son davvero  mattie belle e buone  e non basterebbe un sol Democrito  a farsene le dovute beffe. C'è qualcuno che dice di no ?
Eppure  proprio  a questa sorgente  gli eroi attingono  l'ispirazione  per le audaci imprese  che tanti uomini eloquenti  levano  sino al cielo  nei loro scritti.
Una tal  forma di pazzia  fa nascere  le città  e su di essa  si fondano gli imperi , le repubbliche , la religione, le assemblee e i tribunali.
E in definitiva la vita degli uomini nient'altro è che un gioco della pazzia.

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