Quella irriducibile speranza che si chiama libertà, quel misterioso indefinibile appello che risuona costantemente nel profondo di ogni essere umano, credo nasca soprattutto dall'educazione. Parola, anche questa, fra le più imbarazzanti. Se ne possono dare mille definizioni, di libertà e di educazione, ma è difficile, forse impossibile, esprimerne l'essenza. Penso comunque che l'uomo educato - e solo lui - sia veramente libero.
Libero dalle prevaricazioni di un qualsiasi sistema, libero dal ricatto, dalla paura e dal bisogno. E se potessi tentare di tradurre questa mia convinzione in parole, direi che un essere umano è educato quando ha imparato a superare il suo egocentrismo, a entrare nell'universo e a far entrare l'universo in sé stesso, a non misurare gli altri uomini e le cose sulla propria misura e a non misurare la propria persona sui codici del mondo. In breve, per usare una parola scomoda, quando sa amare.
"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
Nessun commento:
Posta un commento