
"La passeggiata in riva al mare è inventiva. Ogni falcata apre prospettive inedite. Il paesaggio beccheggia. Che importa che tempo fa. La meteorologia si regola secondo i moti del cuore: umore errabondo, una brezza frizzante fa fremere le nostre narici.
Camminare sui sassi, lasciarsi pervadere dal loro frastuono. In Normandia dove vivo, i sassi non sono più semplici ciottoli, ma creazioni di Georges Braque inghiottite dalla Manica e risputate fuori ritmicamente.
La nostra testa è una sorta di smottamento. Cantiere di demolizione o di costruzione: lo ignoriamo. Spiaggia del disordine, spiaggia del caos: ci muoviamo in una geografia dell’anarchia. Respiriamo aria che non è ingabbiata. Un silenzio di qualità: le reti della telefonia mobile che ci paralizzano per ore intere non passano. Un tempo puro: tutto per noi e che non rientra in un’agenda. La passeggiata marina è sovversiva! Un’assenza di ordine nel duplice senso di riassetto e di autorità.
È proprio quest’assenza che ci manca e che è accordata per procura ai bambini. Guardiamoli correre sulla sabbia: ebbri di libertà, si godono lo spazio, lo percorrono ridendo e gridando, vanno ovunque, lontano, ancora più lontano e, ritornando in un’area che stabiliscono a loro misura, lo attraversano in tutti i sensi. Come le onde che navigano sull’immensità e ritornano a esplodere sulla riva.”
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