venerdì 8 febbraio 2013

La misura? Scopriamola noi stessi

Prigionieri in un involucro che riconosce come principio unico solo e unicamente la crescita economica, dove le multinazionali contaminano, omologano,indottrinano, distruggono a loro piacimento la Terra e i suoi abitanti (animali e non), come fossero pedine inanimate. La parola d’ordine è “crescita avanti tutto”, bisogna produrre, produrre e produrre, e poi gettare nel dimenticatoio, in un crescendo continuo. Più cemento, più veleni, più trasporti, più consumo, più produzione, più confezioni: poco importa se questo significa più inquinamento, più rifiuti, più malattie, più morti. La soluzione sono gli inceneritori, i farmaci, le opere inutili, rimedi opportunistici di ogni sorta. Tutti noi siamo diventati schiavi volontari di questo sistema economico. Abbiamo perso il significato del valore di ciò che compriamo e consumiamo, accecati dalla pubblicità, dalle offerte, da bisogni creati. Se riuscissimo solo per un momento a vedere il tutto da un altro punto di vista e ragionare con obiettività su quello che compriamo e sperperiamo ci renderemmo conto che stiamo ingolfando le nostre case, frigoriferi, armadi, le nostre coscienze, al prezzo della nostra stessa Libertà. Questa concezione del lavoro ossessionante, senza creatività, noncurante della felicità e della gioia , è una schiavitù, una schiavitù che ci priva della luce del sole, dei colori della natura, dell’autogestione del nostro tempo e della nostra vita, che ci rinchiude da qualche parte sei giorni su sette, per lasciarci tra le mani serate di stanchezza davanti alla tv, weekend che servono per andare al supermercato e riposarsi dalle fatiche della settimana, e due settimane di ferie estive, se va bene. Sogniamo un mondo dove tutti siano liberi e non ci siano schiavi, ma noi stessi siamo schiavi del denaro e di questa mentalità. Vogliamo evadere ? Si comincia col ragionare , semplicemente con pacatezza, senza nevrosi, attenti a noi stessi e non più alla contabilità di questo modello in auto-distruzione…a presto!

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