Stampate con bugie tattili di lucido smalto e trine
Ti dicono, “Dimentica te stessa, adornati, travestiti”, questa femminilità
di amabili e falsificate puttane
Lascia che io ti metta in guardia dalla loro fredda sensibilità
Ti raccoglieranno in una trappola di vetro
È il tuo riflesso tutto ciò che riconoscerai?
Quella bugia crudele ti fisserà dritta in faccia
Intrappolata nella nube fluida dell’abito nuziale
Ti diranno che il tuo amato deve possedere un fucile.
Sei tu la rassicurazione pornografica della sua virilità
Loro fanno affari con la carne, imprigionano con gli stracci
Labbra rosse, seta luccicante e sacche per cadaveri
Gambe depilate contro le vesciche delle bruciature di napalm
Voglio violentare la consistenza del tuo pelo vellutato
In quella foschia un bambino scoraggiato combatte per l’aria
Rispetto alla ferita fragile, spappolata e sudata
La tua bellezza superficiale ha un suono oltraggioso
Come un cartellone pubblicitario glamour su un campo di battaglia
Almeno il papavero rosso sangue era lì per volontà naturale
Quel fiore che perfezionava la recinzione di filo spinato
Deve sentirsi offeso dalla vostra meschina profumata finzione
Proprio come me che trovo difficile toccarti ora
A te che hai traumatizzato il mio amore con dubbi appuntiti
Vorrei gentilmente rimuovere la maschera
È così difficile trovare acqua qui
In questa sterilità di disonestà e paura
Senza che tu accetti veleno in graziose pillole
Le tue schiavitù di abiti di seta e pizzi
Sono come bende su un cadavere bucato dai proiettili
Gli strati di consunte preziose imitazioni
Sono come quelli della storia che soffocano chi ancora non è nato.
Veleno, veleno, è solo veleno in una graziosa pillola...
da Penis Envy, 1981
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