"In ultima analisi, non è dunque un pugno di governanti quello che ci schiaccia, ma è l’incoscienza, la stupidità dei montoni di Panurgo che costituiscono il bestiame elettorale. Noi lavoreremo senza tregua in vista della conquista della “felicità immediata”, restando partigiani del solo metodo scientifico e proclamando con i nostri compagni astensionisti: L’ELETTORE, ECCO IL NEMICO! E adesso alle urne, bestiame!” Manifesto dei redattori del giornale francese “L’Anarchie”, 1906
domenica 2 aprile 2017
Si vis amari, ama.
Si. “Se.” Nessuno ti obbliga, la prima parte è un'ipotesi che ti buttano lì. Se, ma non è che detto alla fine. Ma se proprio ti svegli un giorno e decidi, allora. Poi hai Vis. Vuoi. Volere per i latini è sempre un verbo a doppio taglio. Per loro ogni volta che uno vuole qualcosa, deve dare una contropartita in cambio, pagarne il prezzo. Erano affaristi in fondo, anche nella loro vita. Sapevano che i piatti della bilancia sono sempre due, e che se metti il peso su uno, devi mettere il peso sull'altra. Quindi già con queste due parole, ti stanno avvisando che c'è un prezzo da pagare. Se Vuoi… Allora paga. Ma se vuoi cosa? Non ti dicono “Se vuoi amare”. Non è che ti stanno dando un consiglio immediato su come fare qualcosa. Il consiglio che ti danno, l'ipotesi, è tutta al passivo.Quindi ti stanno spiegando non come fare a muoverti per avere una cosa, ti stanno spiegando come fare se vuoi che qualcosa ti torni indietro. "Se vuoi essere amato.” Un'azione tutta al passivo, Amari è un passivo, vuol dire che tu la subisci - positivo o negativo non importa, sempre subire è - quest'azione. E per questo ti mettono il se ed il vuoi all'inizio. Vuoi davvero essere amato? Vuoi prenderti questo peso sulle spalle? Che tempo è Ama? E’ un fottuto ordine. Ti hanno dato il consiglio iniziale, e ti hanno messo implicita la domanda: vuoi davvero? Tu hai risposto sì. Ed allora Ama. Non è un qualcosa che puoi fare. All'inizio ti hanno buttato il presente, Vis, non Vellem, non Velim. Non è un “nel caso tu volessi…” è proprio “Se te, ora, in questo preciso momento, da adesso in poi, VUOI essere Amato, allora Ama.” Nessuna via di mezzo, nessuno spazio temporale, nè spazio di manovra. Non è un contentino nè una soluzione di comodo. E’ un maledetto ordine, e te lo devi eseguire. Non è un "ama gli altri”. Se ne fottevano degli altri i latini in questo genere di situazioni, non si facevano pippe mentali. Ti dicono Ama. E la prima cosa che questo imperativo implica, è l'universalità. E l'universale per i latini, piccoli adorabili bastardi egocentrici, parte da noi. Quindi se proprio ti piglia che un giorno ti svegli e dici che vuoi essere amato, devi iniziare ad amare te stesso. Tutto qui. Nessun giro di parole. Sta tutto in quella frase, che non è una cazzata. Può essere impossibile, ma è anche vera. Quando tu parli di qualcosa che ami, in cui hai messo tutta la tua passione, tutto il tuo desiderio, tu - come chiunque - ti illumini. Se parli della tua squadra di calcio, se parli di un cantante, se parli di una ragazza… Brilli. Perchè? Perchè ami ciò di cui parli. E quindi lo stesso oggetto del tuo amore agli occhi degli altri sarà più facile da amare, perchè l'hai reso te degno di tale attenzione. Quindi se vuoi che gli altri ti amino, devi iniziare a considerare te stesso da amare. In modo tale che parlando di te agli altri, o mostrandoti agli altri, tu possa risultare da amare. E’ tutto qui il senso di "Si vis amari, Ama".
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