martedì 5 marzo 2013

Hikikomori



Analizzando etimologicamente il termine è possibile evidenziare che esso risulta dalla sostantivazione dei verbi: hiku e komoru. Con il primo termine ci si riferisce al concetto del ritirarsi, rifugiarsi in un luogo riconosciuto come sicuro, mentre nel secondo è impressa l’idea stessa del chiudersi e di conseguenza il concetto di qualcosa difficile da vedere, un particolare stato d’animo difficile da comprendere. Possiamo quindi assegnare al termine Hikikomori il significato che si riferisce al ritiro, alla rinuncia o meglio ancora al rifuggire dalle relazioni sociali ed umane, che vengono considerate dannose per il proprio benessere psicologico. Da qui scatta la trappola che induce alla paura dell’altro. Una sorta di fobia sociale come meccanismo di difesa, messo in atto dal singolo in situazioni ritenute pericolose, che comporta la chiusura materiale all’interno della propria stanza interrompendo i rapporti con il mondo esterno, intesa come l’allontanamento anche mentale dalla vita sociale, attraverso la precisa scelta “dell’esilio volontario”, volto alla riflessione in completa solitudine.

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