sabato 5 gennaio 2013

Il tempo di Saturno

Patrizia Vicinelli


(...)
Ma la sua forza assomiglia a quella di un titano
attorno a lui si sveglia l’odore dolce
come quello di ciò che sta cercando
l’asta lo spinge avanti, serve da pertica
da ponte dona la direzione e vince nella lotta.
Egli si volta e trova luce egli si volta e trova
luce. Si abitua come a una condizione
può volare e navigare dall’acqua avvolto.
Dal profondo di sé egli si è raggiunto
mai avrebbe immaginato fosse così semplice
e così terribile come essi da bambini
nella disperante solitudine conscia della natura
e dover rinunciare egli deve poter crescere qui
alla fragilità alla forza interna di ognuno,
la menzogna.
La tenerezza gli renderà incandescente
il cuore e la sua spada è d’acciaio
vedeva svolgersi il sole al tramonto
sebbene meditasse grandi rivincite
avendo vinto la notte.
Dunque il sole era di fuoco in ogni luogo
e risplendeva per sempre nella sua continuità.
Nemmeno un attimo ci fu margine d’errore
ma lodi nella meccanica di nuove geometrie
esse formulavano la quiete di altri sistemi.
Un profondo silenzio, il totale silenzio
della coscienza uscita dal gorgo
quella di chi è entrato in una spiaggia sicura.
Meditava quella notte il tempo
e la sfuggevole inesattezza delle coordinate
che i naviganti donano, misere tracce
su intuizioni incerte, seppe poi
del camminare unico, per ognuno il suo creativo.

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