4 settembre 1870.
«La sera della vigilia si
era conosciuto il più terribile disastro che possa colpire un popolo, (Sédan):
si era visto con certezza l'impressionante realtà di un assedio diventato
imminente: eravamo caduti, sotto questo colpo di mazza, sino in fondo
all'abisso e c'eravamo coricati disperati. L'indomani, era una domenica, giorno
di festa per il popolo parigino. Un magnifico sole risplendeva nel cielo, e gli
occhi si beavano nella luce e nel calore di una di quelle prime giornate d'autunno, che in
Francia sono tanto belle. Sembrava che tutte le nere visioni della notte
fossero dileguate allo spuntare di quell'incantevole mattino. Il popolo di
Parigi era disceso tutto sui boulevards, ove la folla si pigiava in
lunghe ondate sull'uno o sull'altro marciapiede. L'allegria era dipinta su
tutti i visi: si chiaccherava si rideva; ad ogni momento dei battaglioni della
guardia nazionale, gli uni armati, gli altri senz'armi, passavano cantando
sulla strada. Essi si interrompevano per gridare di tanto in tanto: «Viva la
Repubblica!» ed immense acclamazioni rispondevano loro: «Viva la Repubblica!»
Ben presto si sparse la voce che essa era stata ufficialmente proclamata al
Palazzo legislativo.»
Così
Francesco Sarcey, pubblicista, testimone ed autore del volume L'Assedio di
Parigi. Fu il funerale dell'impero e l'aurora della Terza Repubblica!
Ecco
per la storia i nomi dei ministri del nuovo governo repubblicano: Arago,
Crémieux, Jules Favres, Jules Ferry, Gambetta, Garnier-Pagès, Glais-Bizoin,
Pelletan, Picard, Rochefort, Jules Simon. Capo il generale Trochu già
governatore di Parigi.
Parigi confidava nella Repubblica come in Dio! Dopo Sèdan,
Parigi pensava ancora alla marcia trionfale su Berlino ed alla indennità
d'imporre ai Prussiani!
Però
si provvide ad immagazzinare derrate, a fortificare Parigi, a ricostruire
un'armata, ad organizzare la Milizia Mobile, a completare i battaglioni della
Guardia Nazionale; a tener alto il morale del popolo pensavano i giornalisti...
Si provvide a far saltare i ponti e distruggere strade per impedir l'avanzata
su Parigi dei Prussiani. Ma Guglielmo poteva scrivere: «I Francesi hanno un
gran torto di seminare tante rovine sul nostro passaggio; la nostra marcia non
si arresta di un'ora!». – «La città aveva conservato tutte le sue apparenze di
gaiezza rumorosa: le botteghe, alla sera scintillavano di luce, e i caffè
rigurgitavano di consumatori». — Il 19 settembre al mattino Parigi si trovò
separata dal mondo! Si cominciava a parlare di una possibile pace specialmente
dopo il disgraziato episodio di Châtillon, ma appunto allora si
cominciò
anche l'agitazione per la guerra e la resistenza ad oltranza! La borghesia
cominciava a trovarsi all'inferno, tra i prussiani da un lato e gli oltranzisti
dall'altro!
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