sabato 13 ottobre 2012

Il dramma della Comune

Le condizioni della Francia

 4 settembre 1870.

  
«La sera della vigilia si era conosciuto il più terribile disastro che possa colpire un popolo, (Sédan): si era visto con certezza l'impressionante realtà di un assedio diventato imminente: eravamo caduti, sotto questo colpo di mazza, sino in fondo all'abisso e c'eravamo coricati disperati. L'indomani, era una domenica, giorno di festa per il popolo parigino. Un magnifico sole risplendeva nel cielo, e gli occhi si beavano nella luce e nel calore di una di quelle prime giornate d'autunno, che in Francia sono tanto belle. Sembrava che tutte le nere visioni della notte fossero dileguate allo spuntare di quell'incantevole mattino. Il popolo di Parigi era disceso tutto sui boulevards, ove la folla si pigiava in lunghe ondate sull'uno o sull'altro marciapiede. L'allegria era dipinta su tutti i visi: si chiaccherava si rideva; ad ogni momento dei battaglioni della guardia nazionale, gli uni armati, gli altri senz'armi, passavano cantando sulla strada. Essi si interrompevano per gridare di tanto in tanto: «Viva la Repubblica!» ed immense acclamazioni rispondevano loro: «Viva la Repubblica!» Ben presto si sparse la voce che essa era stata ufficialmente proclamata al Palazzo legislativo.»
Così Francesco Sarcey, pubblicista, testimone ed autore del volume L'Assedio di Parigi. Fu il funerale dell'impero e l'aurora della Terza Repubblica!
Ecco per la storia i nomi dei ministri del nuovo governo repubblicano: Arago, Crémieux, Jules Favres, Jules Ferry, Gambetta, Garnier-Pagès, Glais-Bizoin, Pelletan, Picard, Rochefort, Jules Simon. Capo il generale Trochu già governatore di Parigi.
Parigi confidava nella Repubblica come in Dio! Dopo Sèdan, Parigi pensava ancora alla marcia trionfale su Berlino ed alla indennità d'imporre ai Prussiani!
Però si provvide ad immagazzinare derrate, a fortificare Parigi, a ricostruire un'armata, ad organizzare la Milizia Mobile, a completare i battaglioni della Guardia Nazionale; a tener alto il morale del popolo pensavano i giornalisti... Si provvide a far saltare i ponti e distruggere strade per impedir l'avanzata su Parigi dei Prussiani. Ma Guglielmo poteva scrivere: «I Francesi hanno un gran torto di seminare tante rovine sul nostro passaggio; la nostra marcia non si arresta di un'ora!». – «La città aveva conservato tutte le sue apparenze di gaiezza rumorosa: le botteghe, alla sera scintillavano di luce, e i caffè rigurgitavano di consumatori». — Il 19 settembre al mattino Parigi si trovò separata dal mondo! Si cominciava a parlare di una possibile pace specialmente dopo il disgraziato episodio di Châtillon, ma appunto allora si
cominciò anche l'agitazione per la guerra e la resistenza ad oltranza! La borghesia cominciava a trovarsi all'inferno, tra i prussiani da un lato e gli oltranzisti dall'altro!


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