giovedì 6 settembre 2012

Louise Michel



Ai chiari di luna
superbi i niaulì
dai tronchi bianchi
si torcono sull'erbe alte
tormentati dal vento.

Là, da profondità sconosciute,
i cicloni salgono alle nuvole,
e l'aspro vento del male
piange tutte le notti,
geme attorno alla solitudine
dei proscritti.
Sotto i niaulì, alberi delle tribù
ascoltiamo le ondate confusi mormorii.

L'aurora dovrà apparire,
ogni notte promette il mattino,
per chi la veglia non è che un sogno.
I flutti rotolano,
il tempo scorre,
il deserto diventerà città.
Sulle rive solitarie
battute dal mare
si agiterà l'umanità.

Noi appariremo alle altre età
come noi vediamo ora
davanti a noi queste tribù
dette selvagge
i cui balli girano in tondo
e da queste razze dette primitive
mescolandosi al vecchio sangue umano
usciranno le forze attive
di domani.
L'uomo cresce con il grano.
Sui niaulì gemono i cicloni,
suonate, o venti del mare, le vostre antiche canzoni

1 commento:

Anonimo ha detto...

...quelli, donna, davanti alla tua indomita maestà,
meditavano, e malgrado la piega amara della tua bocca,
malgrado il maldicente che accanendosi su di te,
ti gettava addosso tutte le grida indignate della legge,
malgrado la tua voce fatale e alta che ti accusa,
vedevano risplendere l'angelo attraverso la medusa ...
Victor Hugo